Con Cr7 i bianconeri alla conquista dell’Europa
In estate la svolta, l’arrivo di Cristiano Ronaldo a Torino, sponda bianconera: il chiaro segnale alla concorrenza, quella oltre confine, più che in Italia. Perché la Serie A la si è vinta contro Matri, Vucinic e Giovinco, serve qualcosa di diverso per far lo stesso, ma al di là dell’Italia. Una Europa mai conquistata ma solo sfiorata, due finali negli ultimi 4 anni e tante delusioni, persino in Europa League: per quella che a tutti gli effetti sembra essere una maledizione.
Ecco dunque come l’arrivo del portoghese rappresenti una volta per tutte la vera svolta per la società di Agnelli, un modello economico quasi sempre nella storia basato sulla vendita di grandi campioni dinnanzi a cifre folli, senza mai trattenere alcuno contro voglia, senza spesso guardare in faccia alle bandiere straniere ed italiane, ma soprattutto quasi mai reinvestendo tutto il capitale su di un singolo campione. Forse per il cambiare dei tempi, forse per una concorrenza che spende e spande, la Juve ha deciso di adeguarsi al trend e spendere una barca di soldi fra ingaggio e cartellino, per il miglior giocatore degli ultimi anni.
Ed è grazie al portoghese che la fama, il brand e il marketing della Vecchia Signora cresce anche all’estero (11esimo posto secondo la valutazione di Brand Directory), in attesa di conquistarlo sportivamente. La Juve oggi è temuta, vista come la favorita per la Champions, ma in particolare è un fiore all’occhiello dal punto di vista finanziario. Perché l’ingente acquisto è già stato ammortizzato da introiti legati a merchandising, botteghini e sponsor, oltre ad un ritorno di immagine che ovviamente rappresenta il plus per Agnelli e la dirigenza tutta.
Che cede alla concorrenza Marotta, mai in accordo sull’affare Ronaldo, ma non per questo si indebolisce. Non lo ha mai fatto, dai tempi dell’inaugurazione dello Juventus Stadium, oggi Allianz, un capolavoro che non può permettere concorrenza alle milanesi, romane e Napoli: fino a che non vi sarà uno stadio di proprietà, resta difficile competere con chi domina da sette anni in Italia, quasi otto. Perché nemmeno quest’anno parrebbe far eccezione.
L’ultimo crollo dell’Inter la proietta a nove punti dalla Juve, quotata a 1.15 da bwin in ottica Scudetto: i nerazzurri scendono invece addirittura a 26, una quota interessante ma indicativa di quanto poco probabile sia una remuntada degli uomini di Spalletti. A più breve distanza il Napoli, dato a 7 e che con Ancelotti sembra poter fare quello step necessario a competere e contendere sino all’ultimo il titolo ad una Juve che ha però ingranato la miglior partenza nella storia del calcio italiano.
Molto più lontano, praticamente fuori quota, un Milan incerottato: sconfitto nell’ultima a San Siro contro la Juve, deve far fronte alla squalifica di Higuain e ai lunghi stop di Bonaventura e Caldara, insieme ad un Biglia out da tempo. Per le romane e la Roma in primis un avvio da dimenticare, decisamente meglio in Champions: la questione Scudetto è però un lontano ricordo e tale resterà, almeno per quest’altra stagione.