In tempo di crisi, in ambito lavorativo si sente spesso parlare di cassa integrazione: ma cos’è, a cosa serve e come funziona?
La cassa integrazione, nota anche come Cig (acronimo che sta per Cassa Integrazione Guadagni) è un ammortizzatore sociale previsto dalla legge italiana che ha come obiettivo quello di integrare il reddito dei lavoratori ai quali l’impresa non può più corrispondere l’intero stipendio. Nello specifico si tratta di una prestazione economica che viene erogata dall’Inps, l’Istituto di previdenza sociale, o da casse che svolgono lo stesso compito per determinate categorie professionali.
Lo scopo è quello di permettere all’unità produttiva in questione di tagliare il costo della manodopera senza tagliare la manodopera stessa. È, sostanzialmente, un aiuto ad un’azienda che si trova in difficoltà e le dà modo modo di respirare di nuovo, riorganizzarsi e quindi superare la crisi.
In seguito al Jobs Act, la riforma del lavoro varata nel 2015 dal governo di Matteo Renzi, si ha avuto un’estensione della platea di soggetti che possono beneficiare di questo strumento ma anche una riduzione della durata massima del medesimo.
In aggiunta, poi, dobbiamo tenere presente che esistono diverse tipologie di cassa integrazione: Cigo, Cigs e Cigd.
La Cigo o Cassa Integrazione Ordinaria
Questa tipologia di cassa integrazione è quella di cui si può servire una società, un’impresa, una cooperativa ecc..che sia entrata in crisi per cause che non dipendono dalla direzione o dalla proprietà: si fa riferimento soprattutto a calamità naturali, eventi meteorologici, problemi legati al mercato o perché abbia bisogno di ristrutturarsi.
Ad oggi, questa cassa spetta a tutti i dipendenti con contratto di lavoro subordinato, apprendistato compreso, e quindi operai, impiegati, quadri e intermedi, soci di cooperative. Spetta a tutti fatta eccezione per i dirigenti, i lavoratori a domicilio e gli apprendistati finalizzati all’ottenimento di un diploma o quelli di alta formazione e ricerca o i dipendenti distaccati nell’unità produttiva che beneficia della cassa perché dipendenti di un’altra azienda.
Può essere concessa per tre mesi e rinnovata trimestralmente per non più di un anno. Più precisamente dura 13 settimane, nel caso di sospensione dal lavoro e 52 settimane quando sia stato ridotto l’orario lavorativo. Coloro che ne beneficiano possono arrivare a prendere fino all’80% del proprio stipendio.
La Cigs o Cassa Integrazione Straordinaria
Questa viene attuata in situazioni di particolare difficoltà: fallimento, crisi aziendali con delle ricadute sociali importanti, in presenza di procedure concorsuali o in caso di riconversione aziendale. La Cigs si applica ad imprese con almeno 15 dipendenti. Per il lavoratore, l’unica differenza sostanziale, come detto, riguarda la durata del sostegno che può durare fino a tre anni. Anche in questo caso, la cassa copre fino all’80% dello stipendio.
La durata dipende principalmente dalle cause delle difficoltà e dalla capacità di risposta della stessa azienda.
La Cigd o Cassa Integrazione in deroga
Questa tipologia di cassa integrazione si applica nei casi in cui non sono applicabili Cigo e Cigs, o perché non in possesso dei requisiti necessari o perché ne hanno già usufruito.
Con una serie di interventi, il legislatore ha provveduto a restringere l’ambito di applicazione della Cigd.
Bisogna comunque tenere presente che, a seguito del decreto legislativo numero 148 del 2015 il quale ha dato attuazione al Jobs Act, la cassa in deroga è stata di fatto soppressa a partire dal 2017, ad eccezione dei casi previsti dalle singole Regioni.